19/01/12

CULTO ED INTERIORITÀ


Spesso in svariate occasioni e contesti si è sollevata la questione della storicità dell'esistenza di Gesù e della storicità/attendibilità del Vangelo.

L’argomento della supposta non esistenza di Gesù ha in sé una finalità, che non voglio certo definire scorretta o illecita, ma anzi legittima, di far conseguire che se venisse provata la non esistenza di Gesù, la religione cristiana sarebbe falsa e quindi nulla.

Beh, a prescindere dall’esistenza di Gesù, tale sillogismo è fallace.

Certo, molti tendono a considerare il Cristianesimo come la affermazione di Gesù come Messia e Salvatore e di Uomo risorto e figlio di Dio, della stessa natura di Dio. E questo e non altro qualificherebbe il Cristiano.

Voglio essere qui chiaro sul mio punto di vista. Se così fosse il Cristianesimo sarebbe un mero fatto di opinione. Quando infatti io credessi che Gesù è il Messia e il Risorto, sarei, ipso facto, cristiano.

Ma ciò non è ciò che i Vangeli affermano.

Infatti sono molti gli episodi in cui la sottolineatura va al comportamento reale e più ancora alla interiorità del "credente".

Si ricordi, ad esempio, l’episodio del centurione (Matteo 8:6–8:12)

"Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo".Gesù gli disse: "Io verrò e lo guarirò". Ma il centurione rispose: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa". Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: "Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti".)

Come si vede l’appartenenza ad una "chiesa" e ad una tradizione, conta poco o nulla. Proprio perché l’interiorità è ciò che conta.

Ancor più esplicita è la famosa frase "non chi mi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio" e la volontà del Padre è "che vi amiate gli uni con gli altri"

Per farla breve il Cristiano non é colui che frequenta la chiesa che va a messa la domenica ecc., ma colui che segue l’insegnamento di Gesù.

Ma d’altro canto cosa significa seguire Gesù?

Significa con ogni evidenza raggiungere la capacità di armonia con i propri simili che lui ha predicato. Ma questa capacità può essere anche di un buddhista, di un ebreo, di un musulmano o di un induista.

E allora ciò che dovremmo chiedere a noi stessi è: che cosa ci impedisce di raggiungere questa capacità di essere in armonia? Forse dovremmo cominciare da lì? Se riuscissimo a vedere le cose da un punto di vista più sostanziale e meno formale molti ponti verrebbero costruiti, no?

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